Nel Gran Consiglio retico la politica fiscale viene ancora una volta stravolta: a beneficiare non sono coloro che ne avrebbero davvero bisogno, ma chi ha già più che abbastanza. Allo stesso tempo, a Berna lottiamo contro soluzioni di facciata e retrograde, e per una transizione energetica equa – insieme alla GISO per una politica climatica che tenga finalmente conto anche della giustizia sociale.
🏔️ Politica cantonale
Politica fiscale: il Gran Consiglio contro la classe media e i redditi bassi
Nell’ultima sessione il Gran Consiglio ha rivisto parzialmente la legge fiscale. Ciò che sorprendeva in questa questione è che il Governo – per gli standard grigionesi – aveva inviato in consultazione una proposta relativamente progressista: il limite di esenzione fiscale doveva essere aumentato, il che avrebbe alleggerito soprattutto la classe media e i redditi bassi. Il Governo seguiva così una vecchia rivendicazione del Partito Socialista.
E qui finisce la parte sorprendente della storia. La proposta non ha superato indenne la consultazione. Il Gran Consiglio l’ha poi completamente stravolta: l’aumento della franchigia è stato eliminato del tutto e, in cambio, sono state aumentate le deduzioni. Il paradosso è che delle deduzioni beneficiano maggiormente i redditi alti e molto alti. Con l’ostinazione ideologica di un “combattente della classe agiata”, il Gran Consiglio ha cancellato tutto ciò che avrebbe potuto alleggerire la classe media e i redditi più bassi.
Coerentemente con questa linea, per la sessione di dicembre è già stata annunciata una proposta di riduzione dell’aliquota fiscale. Anche con questa misura, i redditi alti e molto alti sarebbero i principali beneficiari.
La frazione del PS si opporrà: per alleggerire i piccoli contribuenti e la classe media, e per più investimenti nell’istruzione, nel clima e in salari dignitosi.
🇨🇭 Il resoconto di Jon da Berna
Invece di un lungo riassunto della sessione autunnale, vorrei raccomandare l’ultima edizione del programma Samstagsrundschau di Radio SRF con la nostra co-presidente del gruppo parlamentare, Samira Marti – riassume molto bene ciò che attualmente muove il PS in Parlamento.
Tuttavia, due temi della sessione mi hanno toccato personalmente, e per questo vorrei scrivere qualche riga.
Primo: mi fa arrabbiare la nuova iniziativa dell’UDC (“Svizzera da 10 milioni”). Essa danneggerebbe gravemente i nostri rapporti con l’Europa ancora prima della grande votazione sugli Accordi Bilaterali III – e, ancora una volta, gli immigrati vengono additati come capri espiatori di tutti i problemi. L’iniziativa ignora completamente la realtà demografica della nostra società che invecchia. Nel mio intervento in Parlamento ho cercato di oppormi chiaramente a questa campagna reazionaria dell’UDC.
Secondo: difficile è stata anche il confronto tra Consiglio Nazionale e Consiglio degli Stati riguardo al cosiddetto “decreto di accelerazione”. L’obiettivo – accelerare le procedure per lo sviluppo delle energie rinnovabili – è giusto e condiviso. Tuttavia, il Consiglio degli Stati ha strumentalizzato il progetto per limitare fortemente il diritto di ricorso delle organizzazioni ambientaliste: per i 16 progetti idroelettrici previsti dalla legge sull’energia elettrica, avrebbe voluto eliminarlo del tutto. Sarebbe stato inaccettabile dal punto di vista del diritto ambientale e dello Stato di diritto.
La conferenza di conciliazione ha infine deciso di mantenere il diritto di ricorso, ma accorciando il percorso legale: per i 16 progetti in questione, i ricorsi potranno essere portati solo davanti ai tribunali cantonali (tutti gli altri progetti non sono interessati). Ciò rimane altamente problematico dal punto di vista giuridico e non deve assolutamente diventare un precedente. Ho criticato chiaramente questo cattivo “compromesso” in aula a nome della frazione socialista.
Tuttavia, per noi del PS era chiaro: la transizione energetica ha bisogno del decreto di accelerazione. Un rifiuto nella votazione finale o addirittura un referendum avrebbe fatto più danni che benefici. Anche le grandi organizzazioni ambientaliste condividono questa valutazione.
🌹 GISO
Le ultime votazioni si sono appena concluse, ma dopo una votazione ce n’è sempre un’altra. Il 30 novembre ci sarà una nuova grande votazione per la GISO: la nostra “Iniziativa per il Futuro” sarà sottoposta al voto.
L’iniziativa chiede un’imposta di successione del 50% per le eredità superiori a 50 milioni di franchi. Il ricavato di questa tassa sarà interamente destinato alla protezione del clima. In questo modo, l’iniziativa rappresenta una svolta tanto necessaria nella politica climatica: unisce la questione sociale a quella ambientale e offre un’alternativa veramente giusta alla fallimentare politica climatica dei borghesi.
Per questo, cominciate già ora a far conoscere l’iniziativa e a parlarne!
Ulteriori informazioni, argomenti e possibilità di sostegno si trovano sul sito: https://zukunft-initiative.ch/it
Per qualsiasi domanda potete contattare la GISO Grigioni.