La frazione del PS sostiene il compromesso grigionese sulla riforma del sistema elettorale e chiede un sostegno maggiore per combattere gli effetti del Covid

Il 31 gennaio e il 1° febbraio, nella sala del Gran Consiglio, la frazione del PS ha preparato sotto la guida di Conradin Caviezel la sessione di febbraio di quattro giorni in stretta osservanza delle prescrizioni contro il Covid. L’attenzione si è concentrata sulla riforma della legge elettorale e sulla crisi del Covid.

La frazione del PS si è occupata ancora una volta in modo approfondito della imminente riforma della legge elettorale. Sotto la guida competente dei membri del PS della Commissione per la politica e la strategia statale, è stato discusso il sistema elettorale. La netta maggioranza della commissione, con l’appoggio dei due membri socialisti, propone di sottoporre al popolo un solo modello per la revisione parziale della costituzione cantonale e cioè il modello C (sistema biproporzionale con una clausola maggioritaria).

La frazione del PS è lieta che sia stato trovato un “compromesso grigionese” e sottolinea che il modello C attuerebbe la richiesta più importante del PS: per le elezioni del Gran Consiglio finalmente ogni voto conterebbe allo stesso modo. A queste condizioni il comitato dell’iniziativa “Per il ridimensionamento del Gran Consiglio: 90 bastano” è pronto a ritirare la sua iniziativa a favore di un futuro sistema elettorale a doppia rappresentanza proporzionale (vedi comunicato stampa del 21 gennaio 2021). Il PS è fiducioso che il compromesso troverà un’ampia maggioranza e che le prossime elezioni del 2022 si terranno con un sistema elettorale giusto e conforme alla costituzionale. Il “compromesso grigionese” proposto garantisce che ogni voto conti allo stesso modo e che tutte le regioni continuino ad essere rappresentate nel parlamento cantonale. Questo metterebbe finalmente fine alle controversie degli ultimi anni sul sistema elettorale.

La frazione del PS ha inoltre discusso in modo dettagliato l’attuale crisi economica e sanitaria. Il gruppo parlamentare del PS chiede un aumento immediato e non burocratico delle misure in favore dei casi di rigore, che attualmente non sono assolutamente sufficienti soprattutto nel settore della ristorazione (assunzione del 100% invece del solo 50% dei costi fissi). Le risorse finanziarie per queste misure sono disponibili, dato che nell’ultimo decennio e mezzo il bilancio cantonale ha accumulato massicce eccedenze. A lungo termine, un sostegno non burocratico per le aziende colpite dagli effetti del Covid sarebbe più economico per il Cantone di un’ondata di fallimenti. Alla luce di questa situazione, la frazione del PS non riesce a spiegarsi l’esitazione del Governo grigionese nell’erogare un sostegno finanziario. Lo stesso vale per la compensazione delle perdite di entrate dovuta alla cancellazione di grandi eventi e di congressi (turismo MICE). È perciò inspiegabile che il Governo grigionese non sia disposto ad accettare il relativo incarico inoltrato da Philipp Wilhelm. D’altro canto, la frazione PS è soddisfatta del sistema adottato per i test Covid da parte dei Grigioni. Il Consigliere di Stato Peter Peyer e la cellula di crisi grigionese stanno facendo un lavoro a carattere pionieristico per tutta la Svizzera e gettando in particolare le basi per la rapida identificazione e il contenimento delle nuove varianti Covid. Questa strategia deve essere portata avanti con coerenza – soprattutto nelle scuole.

Inoltre, il gruppo parlamentare socialista ha discusso la prima fase della riforma della giustizia e sostiene all’unanimità l’elezione di giudici straordinari. La frazione accoglie anche l’adeguamento della struttura organizzativa delle autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA). La relativa procedura di consultazione è stata esemplare e il PS sostiene quindi all’unanimità la relativa revisione della legge d’introduzione al Codice civile svizzero. Infine, il PS è del parere che l’iniziativa popolare cantonale “Per una caccia rispettosa della natura ed etica” debba essere chiaramente respinta. I promotori sollevano alcune preoccupazioni giustificate (ad esempio il divieto di caccia agli uccelli), ma nel complesso l’iniziativa è un attacco frontale alla caccia e a lungo termine non può essere applicata in modo ragionevole.

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